DA HELSINKI A PARIGI – 2.700km per la mobilità sostenibile
L’obiettivo di Cycling No Borders era duplice. Da un lato misurare la qualità dell’aria lungo il percorso, monitorando i livelli di inquinamento atmosferico di diverse città europee; dall’altro promuovere la mobilità sostenibile e l’ecosostenibilità, raccontando le “buone pratiche” adottate in Europa in materia di ciclabilità.
Come nelle mie precedenti imprese, il viaggio è stato un’occasione per incontrare oltre alle istituzioni, “comuni” cittadini che ogni giorno fanno del loro meglio per cambiare la rotta del destino del pianeta, tramite piccole azioni dall’enorme portata. Ho anche toccato con mano come la scuola possa giocare un ruolo fondamentale nel promuovere comportamenti sostenibili. Ad Helsinki, Riga e Varsavia, ho incontrato gli studenti del programma di scambio Intercultura che mi hanno raccontato come ad esempio, le mense offrano frutta fresca per disincentivare il consumo di prodotti confezionati e processati; le bottiglie usa e getta di plastica siano “bannate” in favore di borracce riutilizzabili, e vengano organizzati corsi specifici sulla sostenibilità ambientale che insegnano ai ragazzi le buone pratiche per un futuro più verde. Inoltre, spesso nelle città attraversate, l’utilizzo della bici come mezzo di spostamento è incentivato.
Durante la visita al Parlamento europeo, a Bruxelles, diversi europarlamentari hanno raccontato i progressi a livello comunitario e a livello nazionale in materia di mobilità green e soluzioni sostenibili.
Cycling No Borders non è stato solo un viaggio in bicicletta, ma un vero e proprio vademecum per delle città più sostenibili. Attraverso il mio viaggio, ho capito che la bicicletta è un mezzo di trasporto non solo ecologico, ma anche capace di unire le persone e di far scoprire nuove culture e paesaggi. Un esempio concreto di come lo sport e l’avventura possono unirsi all’impegno per un futuro migliore.