29.430km in 144 giorni. Un sogno che maturo fin da piccola. Io, la bici, il mondo. Una sfida sportiva immensa ma soprattutto un’impresa sociale, culturale e umana. Ho delle regole da seguire. Scelgo il percorso che ritengo a me più idoneo, organizzo il team che mi accompagnerà in questa grande avventura, preparo i bagagli, la bici e parto.
Saluto Ivrea, la mia città natale per costeggiare la Francia, la Spagna e arrivare a Lisbona prima meta europea. Ora mi aspetta il sud America. Attraverso l’Argentina perdendomi nell’immensa e vasta Pampa.
Pedalo tra i gauchi superando le Ande e arrivo in Cile dove mi aspetta il deserto più arido del mondo. Il deserto di Atacama. Le temperature sono elevatissime e pedalo molto di notte. Un ricordo indelebile tatuato sulla mia pelle. Pedalare di notte sotto le stelle nel deserto. Tanto dislivello. Supero i 175.000 metri di dislivello in tutto il viaggio.
Il coast to coast negli Stati Uniti è magico e sorprendente. Pedalare lungo la costa della Florida, tra i pozzi petroliferi texani, lungo le strade di New Orleans, tra le riserve indiane del New Mexico e nel deserto dell’Arizona è stato affascinate e unico. Il 16 maggio 2014 una macchina vicino a Phoenix mi ha travolto interrompendo il mio viaggio. Dopo aver portato il collare per 3 mesi perché mi sono rotta la quinta vertebra cervicale sono ripartita là dove si era interrotto il il mio sogno. Circa 215km al giorno di emozioni pure.
Ho attraversato l’Australia prima di immergermi nella cultura asiatica. Pedalare tra le moschee con le preghiere dei muezzin e tra i templi buddisti mi ha ricordato quanto sia affascinate rapportarsi con tanti popoli diversi. Ho concluso il mio viaggio da Istanbul a Ivrea portando a casa 29.430 km in 144 giorni, un Guinness World Record e un’impresa umana, sportiva e sociale immensa.
Un’impresa di questo tipo è da capire profondamente. Ciò significa comprendere il viaggio, il mio sogno, le mie emozioni, la mia determinazione, la mia voglia di contribuire alla creazione di un mondo migliore. Un’avventura sportiva densa di significati: un viaggio interiore alla ricerca della soddisfazione personale, un piccolo contributo per cercare di risvegliare l’umanità assopita e rinchiusa dalle leggi umane ed economiche e sensibilizzarla sulla tutela della natura e dell’ambiente in cui viviamo.
Keep Brave ha portato avanti un progetto legato all’ecosostenibilità con il Politecnico di Torino rilevando la qualità dell’aria nei Paesi attraversati.
L’ho fatto con l’orgoglio di essere una donna tenace e sportiva, la prima donna italiana e seconda al mondo ad attraversare in bicicletta quattro continenti e ventincinque paesi in 144 giorni.